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Quel che l'huom vede Amor gli fa invisibileE l'invisibil fa vedere Amore.
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Com'è in proverbio, ognun corre a far legnaAll'arbore che 'l vento in terra getta.
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Ogni pelo arricciossiE scolorossi al Saracino il viso,La voce ch'era per uscir fermossi.
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Mugliando sopra il mar va il gregge bianco.
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Così fa ch'ella un poco il duol raffrena;Ch'avendo ove sfogarlo, è meno acerbo.
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Natura inchina al male, e viene a farsiL'abito poi difficile a mutarsi.
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Il miser suoleDar facile credenza a quel che vuole.
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Le agghiacciò il sangue e impallidille il volto.
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Perché il bisogno a dispogliar gli altarira' l'uom talvolta, che sel trova avere.
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Sempre che l'inimico è più possente,Più chi perde accettabile ha la scusa.
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E quel che non si sa non si de' dire,E tanto men, quando altri n'ha a patire.
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Che l'uomo il suo destin fugge di raro.
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Ch'un almo gaudio, un così gran contentoNon potrebbe comprare oro né argento.
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Non conosce la pace e non l'estimaChi provato non ha la guerra prima.
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Che chi si truova in degno laccio preso,Se ben di sé vede sua donna schiva,Se in tutto aversa al suo desire acceso;Se bene Amor d'ogni mercede il priva,Poscia che 'l tempo e la fatica ha speso;Pur ch'altamente abbia locato il core,Pianger non de', se ben languisce e muore.
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Che quant' era più ornata, era più brutta.
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O degli uomini inferma e instabil mente!Come siàn presti a variar disegno!Tutti i pensier mutamo facilmente,Più quei che nascon d’amoroso sdegno.
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Come cosa buona non si trovaChe duri sempre, così ancor né ria.
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Il volgare ignorante ognun riprenda,E parli più di quel che meno intenda.
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Amor de' far gentile un cor villano,E non far d'un gentil contrario effetto.
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Come ne l'alto mar legno talora,Che da duo venti sia percosso e vinto,Ch'ora uno inanzi l'ha mandato, ed oraUn altro al primo termine respinto,E l'han girato da poppa e da prora.
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Chi mal opra, male al fine aspetta.
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O bene o mal che la Fama ci apporti,Signor, di sempre accrescere ha in usanza.
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Che l'amar senza speme è sogno e ciancia.