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Quel che l'huom vede Amor gli fa invisibileE l'invisibil fa vedere Amore.
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Che per amor venne in furore e matto,d'huom che si saggio era stimato prima.
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Che l'uomo il suo destin fugge di raro.
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Dovea in memoria avere il signor mio,Che l'oro e 'l premio ogni durezza inchina;Ma, quando bisognò, l'ebbe in oblio,Ed ei si procacciò la sua ruina.
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Ch'un almo gaudio, un così gran contentoNon potrebbe comprare oro né argento.
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Fu il vincer sempremai laudabil cosa,Vincasi o per fortuna o per ingegno.
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Che chi si truova in degno laccio preso,Se ben di sé vede sua donna schiva,Se in tutto aversa al suo desire acceso;Se bene Amor d'ogni mercede il priva,Poscia che 'l tempo e la fatica ha speso;Pur ch'altamente abbia locato il core,Pianger non de', se ben languisce e muore.
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Non far altrui quel che patir non vuoi.
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Ogni pelo arricciossiE scolorossi al Saracino il viso,La voce ch'era per uscir fermossi.
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Quasi ascosi avea gli occhi ne la testa,La faccia macra, e come un osso asciutta,La chioma rabuffata, orrida e mesta,La barba folta, spaventosa e brutta.
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Sempre che l'inimico è più possente,Più chi perde accettabile ha la scusa.
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Perché il bisogno a dispogliar gli altarira' l'uom talvolta, che sel trova avere.
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Non conosce la pace e non l'estimaChi provato non ha la guerra prima.
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Mugliando sopra il mar va il gregge bianco.
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Le agghiacciò il sangue e impallidille il volto.
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Come cosa buona non si trovaChe duri sempre, così ancor né ria.
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Che quant' era più ornata, era più brutta.
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Il volgare ignorante ognun riprenda,E parli più di quel che meno intenda.
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Com'è in proverbio, ognun corre a far legnaAll'arbore che 'l vento in terra getta.
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E quel che non si sa non si de' dire,E tanto men, quando altri n'ha a patire.
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Veniano sospirando, e gli occhi bassiParean tener d'ogni baldanza privi.
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O degli uomini inferma e instabil mente!Come siàn presti a variar disegno!Tutti i pensier mutamo facilmente,Più quei che nascon d’amoroso sdegno.
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Amor de' far gentile un cor villano,E non far d'un gentil contrario effetto.
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In mura, in tetti, in pavimenti sparteEran le perle, eran le ricche gemme.