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A chi in amor s'invecchia, oltr'ogni pena,Si convengono i ceppi e la catena.
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Ordina l'uomo e Dio dispone.
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Misero è ben chi veder schiva il sole!
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Di voce in voce e d'una in altra orecchiaIl grido e 'l bando per la terra scorse.
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Void is contract made in fear.
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E tratto da la colera, aventosseCol pugno chiuso al re di Sericana.
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Quivi il crudo tiranno Amor, che sempreD'ogni promessa sua fu disleale,E sempre guarda come involva e stempreOgni nostro disegno razionale.
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Le donne i cavallier, l'arme, gli amori,Le cortesie, l'audaci imprese io canto.
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Che dolce più, che più giocondo statoSaria di quel d'un amoroso core?Se non fosse l'uom sempre stimulatoDa quel sospetto rio, da quel timore,Da quel martìr, da quella frenesia,Da quella rabbia detta gelosia.
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Né spegner può, per starne l'acqua, il fuoco,Né può stato mutar, per mutar loco.
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Ma 'l populo facea come i più fanno,Ch'ubbidiscon più a quei che più in odio hanno.
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Che de le spine ancor nascon le rose,E d'una fetida erba nasce il giglio.
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Sei giorni me n'andai matina e seraPer balze e per pendici orride e strane,Dove non via, dove sentier non era.
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La Fortuna, che dei pazzi ha cura.
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Come ordine era dato, il tutto avvenne,Che 'l consiglio del mal va raro invano.
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Qual d'acqua chiara il tremolante lume,Dal sol percossa o da' notturni rai,Per gli ampli tetti va con lungo saltoA destra et a sinistra, e basso et alto.
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Che non pur per cittadi e per castella,Ma per tuguri ancora e per feniliSpesso si trovan gli uomini gentili.
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Bisognan di valor segni più chiari,Che por con leggiadria la lancia in resta:Ma fortuna anco più bisogna assai;Che senza, val virtù raro o non mai.
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Alcun non può saper da chi sia amato,Quando felice in su la ruota siede:Però c'ha i veri e i finti amici a lato,Che mostran tutti una medesma fede.Se poi si cangia in tristo il lieto stato,Volta la turba adulatrice il piede;E quel che di cor ama riman forte,Ed ama il suo signor dopo la morte.
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Dice il proverbio, ch'a trovar si vannoGli uomini spesso, e i monti fermi stanno.